venerdì 15 febbraio 2013

COMMESSE E COMMISSIONI INDIANE

Il nostro pifferaio magico preferito, che ama farsi suonare magicamente il piffero dalle sue preferite, continua a fare apologia dell'illegalità, a dare lezioni di etica imprenditoriale e ad alimentare il mito del fuorilegge impunito di "successo", elevandolo al rango di eroe sociale  che -attenzione- in tanti vorrebbero emulare. 

Peggio che in qualunque repubblica delle banane,  insomma. Per intenderci, la corruzione è costata alla Russia post-comunista un ventennio di miseria peggiore che durante il comunismo -paradossale- quando nel suo periodo di transizione all'economia di mercato gli uomini del governo hanno, letteralmente, regalato lo Stato ai propri tycoon di fiducia; appunto una fiducia tutta basata sulle tangenti.  (leggere "La globalizzazione e i suoi oppositori" del premio Nobel J. Stiglitz)

In ogni caso, il pifferaio l'altro ieri ha detto sostanzialmente che:

«In Italia e in altre democrazie queste cose non esistono, ma inutile giudicare anche quello che accade in India. Questi sono assurdi moralismi»;


«La tangente è un fenomeno che esiste non si possono negare le situazioni di necessità se si va trattare nei paesi del terzo mondo o con qualche regime»;
aggiungendo poi che le tangenti all'estero sono commissioni e che vanno pagate,  altrimenti si rimane a casa. 

Bene. L' India -che non è un paese del terzo mondo tanto meno una dittatura- è interessata da un regime corruttivo devastante, è vero. Come è vero che le tangenti non sono commissioni e che gran parte degli indiani le ripudia e le combatte. Oggi la più importante ONG indiana contro la corruzione "I Paid a Bribe", nella persona della sua fondatrice, definisce disastrose quelle parole ed è incredula che un leader di un paese sviluppato e democratico, invece di condannare i coinvolti essendo il più alto modello di moralità per i cittadini italiani -seee vabbè-, giustifichi quest'idea di corruzione.
Inoltre, anzi soprattutto, l'immagine sopra, che ho scattato proprio ieri qui a Chennai, in un ufficio pubblico, dice: "Non pagare tangenti. Se chiunque in quest'ufficio chiede una tangente o siete a conoscenza di fenomeni corruttivi in quest'ufficio, o se siete vittima di corruzione in questo ufficio, potete reclamare...".
P.S.: la corruzione falsa la concorrenza penalizzando i concorrenti leali, distrugge l'economia di mercato quindi il sistema economico nazionale, disincentiva pesantemente gli investimenti (diretti) esteri di cui avremmo un immenso bisogno. 

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