L'INSOSTENIBILE SICUREZZA DELL'ESSERE |
DALL'INDIA CON IRONIA. CURIOSITA', STRANEZZE, IMPRESSIONI E QUISQUILIE PER RACCONTARE UN MONDO SUGGESTIVO E PARALLELO AL NOSTRO, A TRATTI ENIGMATICO, A TRATTI STRAMPALATO.
venerdì 22 febbraio 2013
domenica 17 febbraio 2013
Il viaggio prosegue...AHIME'
Bikaner: la facciata del tempio dei topi |
Topi protestano contro il governo per il taglio dei servizi primari |
Il cuoco e la cucina: cose da topi! |
A Jodhpur, la città blu, ho trovato ad aspettarmi una "deliziosa" dottoranda birromane tedesca che improvvidamente e sciaguratamente si è aggregata al mio cammino, ahimè, mistificandolo. Dotata della melodiosa voce di Vanna Marchi, del buon senso diplomatico della Mussolini, delle buone maniere e della pazienza di Sgarbi nonché del sobrio buon gusto di Borghezio, un amabile incrocio di rottweiler e donna kapo avrebbe tormentato il mio viaggio e soffocato il mio profondo senso di libertà: avrei preferito essere
un deputato Pdl costretto a votare le leggi ad-personam.
La sig.na Rottermeier dopo una serie di episodi imbarazzanti e ricchi di tensione, composti da attacchi frontali e discussioni ignobili con i malcapitati di turno, in cui ho sempre dovuto faticosamente mediare per una risoluzione pacifica, e dopo aver cercato in tutti i modi di compiacere il suo superego a favore del quieto vivere, mi ha pure costretto ad incassare il giornaliero disappunto sulla mia condotta discreta e pacifica. E' in momenti come questi che si può capire realmente il corso di alcuni avvenimenti della Storia: io, ho sperimentato l'invasione della Polonia.
Il forte di Jodhpur |
Pushkar |
Le bimbe a cui scattavo la foto |
All'entrata del tempio di Brahma |
Lago sacro di Pushkar |
"Il prete" ed io prima della preghiera |
Salita verso l'entrata del forte di Amber |
Jaipur: Amber Fort |
Lasciata Pushkar, con un pizzico di dispiacere nonostante certi episodi, ci siamo diretti a Jaipur, quella città che compone il triangolo d'oro con Delhi e Agra. Il soggiorno in questo posto è stato particolarmente estenuante per quanto mi ha riguardato. Un posto talmente caotico, affollato, intasato e inquinato che il senso di squallore, provato fin dall'arrivo, mi ha subito suscitato repulsione. Così come ero arrivato, così avrei voluto ripartire. Ricordo solo fiumi di persone tra le strade polverose e trafficate che non facevano altro che fissare e disturbare in qualunque modo. Centinaia di mercanti che con i soliti modi estenuanti, tipici di tutte queste città turistiche, ossessionano la gente con domande banali e giochetti stupidi volti a tirarti nei mille negozi traboccanti delle solite cianfrusaglie. Centinaia di persone che ti vengono incontro, ti toccano, tentano di rifilarti qualunque cosa, ti chiedono una foto con loro tante volte da scattare con la tua stessa macchina fotografica -e che se ne fanno?-, o chiedono soldi. Mi viene da chiedermi cosa mi abbia tanto infastidito, dato che tutta l'India turistica, soprattutto al nord, presenta le stesse caratteristiche e offre le stesse noie.
Anche a Jaipur, ovviamente, la sig.na Rottermeier non ha perso occasione per mostrare di che pasta è fatta. Ha fatto questioni con una venditrice di arance buttata per strada, che effettivamente ha provato a caricarle la "scandalosa" somma di 20 rupie sul prezzo di mercato agli indiani, ha fatto le pulci ad alcuni venditori di pietre preziose o presunte tali, è riuscita ad ottenere uno sconto del 50% sul costo del modesto albergo in cui abbiamo pernottato per il fatto che una parte era ancora in costruzione o ristrutturazione ecc... insomma, ogni occasione era presa al volo per farne delle fastidiosissime quanto improbabili ed insulse questioni.
Non vi dico poi quant'è stato difficile lasciare Jaipur per dirigerci ad Agra: una tortura. Non vi ho detto che da Jodhpur ad Agra, abbiamo usufruito di una macchina con autista per affrontare un itinerario impossibile in treno in tempi così ristretti. Bene. Avremmo dovuto lasciare Jaipur in mattinata per arrivare ad Agra in primo pomeriggio, così da evitare la nebbia fittissima che si crea, quasi ogni giorno, in questa zona particolarmente inospitale. Invece, il nostro autista, per motivi indecifrabili e indecifrati rimanda la partenza dopo pranzo. Apriti cielo! La Rottermeier fa scattare ufficialmente la faida ufficiosamente aperta già dal secondo giorno con quell'altro genio di autista che ci era capitato e che, successivamente, avrebbe implicato dei risvolti poco piacevoli. Ovviamente, tutti riservati a me. Sedati i cavalli e con circa sette ore di ritardo sulla tabella di marcia -che generalmente il tedesco medio ha più a cuore delle proprie finanze e ho detto tutto- ci avviamo sulla stada per Agra, che avrebbe dovuto rappresentare la tratta più corta, precisamente 4 ore. Così semi distrutto, mentre incominciavo ad immaginare il Taj Mahal, "rischio" di cadere in un sonno profondo e meritato che, però, non mi sarebbe stato concesso: infatti, dopo una mezz'ora di macchina, foriamo! A questo punto decido di chiamare Giacobbo, il presentatore di Voyager, ossia di quella trasmissione di divulgazione pseudo-scientifica che tutti conoscono grazie alla parodia di Crozza -Kezzenger- che tra l'altro è più seria, per proporgli una puntata speciale sul mio talento raccapricciante da calamita di calamità.
CONTINUA...
venerdì 15 febbraio 2013
COMMESSE E COMMISSIONI INDIANE
Il nostro pifferaio magico preferito, che ama farsi suonare magicamente il piffero dalle sue preferite, continua a fare apologia dell'illegalità, a dare lezioni di etica imprenditoriale e ad alimentare il mito del fuorilegge impunito di "successo", elevandolo al rango di eroe sociale che -attenzione- in tanti vorrebbero emulare.
Peggio che in qualunque repubblica delle banane, insomma. Per intenderci, la corruzione è costata alla Russia post-comunista un ventennio di miseria peggiore che durante il comunismo -paradossale- quando nel suo periodo di transizione all'economia di mercato gli uomini del governo hanno, letteralmente, regalato lo Stato ai propri tycoon di fiducia; appunto una fiducia tutta basata sulle tangenti. (leggere "La globalizzazione e i suoi oppositori" del premio Nobel J. Stiglitz)
In ogni caso, il pifferaio l'altro ieri ha detto sostanzialmente che:
«In Italia e in altre democrazie queste cose non esistono, ma inutile giudicare anche quello che accade in India. Questi sono assurdi moralismi»;
«La tangente è un fenomeno che esiste non si possono negare le situazioni di necessità se si va trattare nei paesi del terzo mondo o con qualche regime»;
aggiungendo poi che le tangenti all'estero sono commissioni e che vanno pagate, altrimenti si rimane a casa.
Bene. L' India -che non è un paese del terzo mondo tanto meno una dittatura- è interessata da un regime corruttivo devastante, è vero. Come è vero che le tangenti non sono commissioni e che gran parte degli indiani le ripudia e le combatte. Oggi la più importante ONG indiana contro la corruzione "I Paid a Bribe", nella persona della sua fondatrice, definisce disastrose quelle parole ed è incredula che un leader di un paese sviluppato e democratico, invece di condannare i coinvolti essendo il più alto modello di moralità per i cittadini italiani -seee vabbè-, giustifichi quest'idea di corruzione.
Inoltre, anzi soprattutto, l'immagine sopra, che ho scattato proprio ieri qui a Chennai, in un ufficio pubblico, dice: "Non pagare tangenti. Se chiunque in quest'ufficio chiede una tangente o siete a conoscenza di fenomeni corruttivi in quest'ufficio, o se siete vittima di corruzione in questo ufficio, potete reclamare...".
P.S.: la corruzione falsa la concorrenza penalizzando i concorrenti leali, distrugge l'economia di mercato quindi il sistema economico nazionale, disincentiva pesantemente gli investimenti (diretti) esteri di cui avremmo un immenso bisogno.
giovedì 7 febbraio 2013
Il lato oscuro della scienza
A Chennai sono circa le undici di sera di una giornata qualunque lenta, noiosa e inutile. Le strade sono semi deserte ma c'è ancora qualche imbecille che suona clacson a vanvera guadagnandosi le mie ingiurie. Ci metto un po' a trovare le parole giuste quando mi ricordo del mio dialetto: mi manca! Allora lo uso, mi diverto e mi manca di più come la focaccia barese, i panzerotti, i frutti di mare, l'aria salubre, la gentilezza allegra del sole, la simpatia spontanea e genuina dei concittadini, la bellezza luminosa di tanti scorci della città ecc.
A Chennai sono circa le undici di sera. I locali chiudono quando la birra non si può più servire già da mezz'ora se non in alcuni posti, alcuni nascosti altri meno ma, comunque, poco piacevoli quando non proprio di pessimo gusto, mentre l'aria putrida si alza dalla strada e scorazza prepotente per quegli spazi che gli sono impediti durante il giorno. Per un momento sembra di essere avvolti nell' atmosfera gotica di certe descrizioni della Barcellona di Zafón. Vabbè, un'altra storia.
La testa è pesante, il fisico lo è meno grazie alla palestra tranne lo stomaco, pesantissimo per il grasso e ustionante Paneer Tikka Masala buttato giù, a cena, senza troppo entusiasmo. Mi ripeto che la devo smettere di mangiare sta merda, in fondo un'alternativa salutare c'è sempre e fiumi di riso in bianco scorrono nella mia mente. Si sostituiscono alla corrente del traffico, della gente e del piombo che si respira per la strada. Al morale, preferisco non dar voce.
Combatto la mia guerra quotidiana con le zanzare, anzi, contro "i leoni alati" che invadono quotidianamente la mia stanza impedendo un sonno continuato e ristoratore. A volte vinco, altre mi rassegno, altre ancora svalvolo. Questa volta rido incredulo, allibito.
A Chennai sono circa le undici di sera e nel corridoio fuori alla mia camera, generalmente deserto e silenzioso, sento diverse voci. C'è uno strano fruscio di suoni irriconoscibili che circa un quarto d'ora prima avevo già avvertito, però senza dargli peso. Fuori ci sono tre persone. Scopro che si tratta di tre ingegneri di Taiwan, di cui due professori, che confabulano animatamente.
Chissà che avranno da discutere in quel modo, a quell'ora e in un corridoio intasato di zanzare, penso io. Bè, per prima cosa sono tre ingegneri, di cui due professori. Poi, vengono da una delle famosi "tigri asiatiche", quella Repubblica Nazionalista Cinese che rivendica la propria sovranità anche sulla Repubblica Popolare Cinese -quella comunista, per intenderci-, nonchè di uno dei paesi(ni) più avanzati al mondo. Come minimo, staranno progettando dei droni per riconquistare la Cina continentale e comunista previa sottomissione indiana -per una questione di numeri più che altro-, penso io.
Invece, più tardi avrei scoperto che, i tre "scenziati", non riuscivano ad aprire l'acqua di una banalissima doccia.
A Chennai sono le ventitre circa e questa volta rido incredulo e allibito ma sempre perplesso. Forse preoccupato. Ora ho la certezza che l'Asia ha tutte le carte in regola per tenere, saldamente, le redini del mondo.
A Chennai sono le ventitre circa e questa volta rido incredulo e allibito ma sempre perplesso. Forse preoccupato. Ora ho la certezza che l'Asia ha tutte le carte in regola per tenere, saldamente, le redini del mondo.
domenica 3 febbraio 2013
L'India del nord è una miniera di...carbone!
Bikaner: esempio di mucca su strada trafficata |
Delhi-dettaglio della città vecchia |
Delhi: proteste all'India Gate |
Delhi: Bangla Saheb alcuni secondi prima del tentanto furto |
Mandawa: Cortile interno di un Haveli |
Bikaner: trova l'intruso |
Mandawa: comparse a pagamento post-scatto |
Bikaner: raro esempio di fenomeno da baraccone per necessità |
Bikaner: intrattenitori senza secondi fini |
Perchè se è vero che non siamo tutti uguali ma abbiamo pari dignità, questo inestimabile e inalienabile valore umano che ci accomuna bisogna preservarlo e alimentarlo di giorno in giorno, altrimenti continueremo sempre a fare passi indietro. Chissà, magari fra un po' anzichè nel circo ci ritroviamo allo zoo.
CONTINUA...
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